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Recensioni
Recensendo [cd]: "A night at the Village Vanguard" di Bill Carrothers
Scritto da Marco Scolesi   
mercoledì 10 agosto 2011
Esistono due maniere diverse per approcciarsi alla tradizione jazz. Quello devoto che sconfina spesso nella calligrafia (tipico di Wynton Marsalis) e quello che, invece, partendo dal rispetto dei maestri sviluppa una voce propria. Sono queste ultime le coordinate seguite dal trio di Bill Carrothers ottimamente completato da Nicolas Thys al contrabbasso e Dre Pallemaerts alla batteria in questa incisione al mitico Village Vanguard. Le sonorità e l’intenzione musicale sembrano ripartire dal golden trio di Bill Evans, Scott La Faro e Paul Motian a 50 anni di distanza dal picco creativo del gruppo che maggiormente ha influenzato gli sviluppi del pianismo bianco contemporaneo. Il doppio cd inizia con la rilettura del repertorio di Clifford Brown già affrontato nell’ottimo “Joyspring” del 2010 e poi prosegue con un’alternanza di standards e composizioni del leader. Il quarantasettenne pianista è comunque un musicista proiettato nel futuro come dimostrano, ad esempio, le incisioni col trio del clarinettista Jean Marc Foltz, caratterizzate da libere improvvisazioni definibili come free cameristico. L’apertura mentale del trio si desume, oltre che dal fraseggio che mescola classicità e modernità, dalla varietà delle citazioni musicali all’interno delle improvvisazioni: si va da Beethoven citato in “Peg” a “Lonely woman” di Ornette Coleman. Quindi per chi cerca una musica a metà strada tra binari rassicuranti e cervellotiche fughe in avanti Carrothers è un musicista di assoluto riferimento.

 
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